Il dialetto bobbiese vanta proprie peculiarita', sia fonetiche che morfologiche e lessicali, rispetto al piacentino propriamente detto.
Cio' e' dovuto alla posizione geografica lungo la via di collegamento tra la Pianura Padana e il Genovese, dove il Piacentino confina con Liguria e Piemonte.
Hanno influito inoltre le vicende storiche, essendo Bobbio passata sotto numerose dominazioni nel corso dei secoli: Liguri, Celti, Romani, Longobardi, Franchi, Contea monastica prima e vescovile poi, Contea-Signoria dei Malaspina e dei Dal Verme sotto il Ducato di Milano dei Visconti e degli Sforza, Spagna, Austria, repubbliche di Genova e Ligure, Provincia di Bobbio (piemontese sotto i Savoia e poi sotto Genova e Pavia) ed infine sotto la Provincia di Piacenza nel 1923, rimanendo sempre autonoma; quindi il dialetto locale non poteva che subire varie modifiche e influenze e rimanendo unico e non assimilabile.
Del dialetto di Bobbio oltre al dizionario ci sono numerosi scritti e sono tipici il calendario ed il lunario bobbiesi, oltre a feste locali, folcloristiche e teatrali curate da "ra Familia bubieiza". Attorno al 572 la zona, assieme a buona parte del nord d'Italia, fu conquistata dai Longobardi che fecero di Bobbio un centro politico, religioso e culturale dopo il 614, quando la zona fu assegnata all'abate missionario ed evangelizzatore irlandese San Colombano e grazie ai monaci della potente Abbazia di San Colombano si formò un feudo monastico cosmopolita con popolazioni celtiche, franche e germaniche inserito nel Ducato ligure.
Nel 774 il feudo monastico del monastero di Bobbio è inserito nel regno dei Franchi e nella Contea ligure dopo la conquista del territorio da parte di Carlo Magno con allargamenti territoriali, successivamente sarà inserito in buona parte nella Marca Obertenga dopo la suddivione del territorio ligure in marche e contee.
Queste popolazioni, a differenza dei Romani, non imposero i loro costumi e la loro lingua, ma differentemente accquisirono la parlata locale inserendo tipiche terminologie sopravvissute sino ad oggi, specie nella toponomastica dei luoghi.
Nel 1014 Bobbio ebbe il titolo imperiale di città e divento Contea vescovile, ma nel 1164 il Barbarossa tolse numerosi possedimenti assegnandoli ai discendenti degli Obertenghi, tra i quali ebbero un ruolo di primo piano i Malaspina che crearono un vasto marchesato. Nel 1341 il territorio fu conquistato dai Visconti ed entrò a far parte del Ducato di Milano inserito nel Principato di Pavia e sottoposto ai conti Dal Verme. Nel 1743 si formò la Provincia di Bobbio passando sotto il Piemonte ed i Savoia ma dopo circa 50 anni la zona venne inserita nel Ducato ligure o di Genova e nella Divisione di Genova. Dopo l'unità d'Italia nel 1859 la provincia di Bobbio diviene circondario e passa alla nuova provincia di Pavia tornando in Lombardia. Solo nel 1923 Bobbio diviene piacentina passando quindi nell'Emilia-Romagna, ed il circondario viene smembrato e diviso tra le province di Genova e Pavia. Parte dell'ex territorio bobbiese limitrofo rimane aggregato alla provincia pavese.
Nel panorama dei dialetti della provincia, quello bobbiese vanta proprie peculiarità, sia fonetiche che morfologiche e lessicali, rispetto al piacentino propriamente detto. Ciò è dovuto alla posizione geografica lungo la via di collegamento tra la Pianura Padana e il Genovese, dove il Piacentino confina con Liguria e Piemonte.
A partire dagli anni cinquanta, e con l'avvento della civiltà industrializzata, il territorio bobbiese pur isolato ha subito il più massiccio spopolamento specie giovanile ma anche il popolamento di gente, specie commercianti ed artigiani, esterna al territorio e con dialetti differenti. Ciò ha contribuito all'imbarbarimento dell'originale dialetto ormai parlato da pochi anziani.
Del dialetto di Bobbio, oltre ai libri di storia, cultura e allo specifico dizionario, ci sono numerosi scritti e sono tipici il calendario ed il lunario bobbiesi, oltre a feste locali, folcloristiche e teatrali curate dall'associazione locale culturale "Ra familia Bubièiza".
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