giovedì 19 gennaio 2012
:::LINGUA IN OLTREPO ALTA VAL TREBBIA-SCRIVIA LIGURE:::(PARTE 1)
Il dialetto bobbiese (ar dialèt bubièiś) è un dialetto della lingua emiliano-romagnola dell'appennino ligure, appartenente al gruppo linguistico gallo-italico tipico dei dialetti dell'Italia settentrionale, parlato a Bobbio e nella zona appenninica lungo la Val Trebbia della provincia di Piacenza ed in zone limitrofe e confinanti della provincia di Pavia e della provincia di Alessandria.Risente di forti contaminazioni dovute alla lingua lombarda (soprattutto nel lessico e in diverse espressioni idiomatiche), a quella piemontese e a quella ligure.Presenta vistose somiglianze con il lombardo occidentale o insubre, dovute ai secolari rapporti che la città di Bobbio e il suo circondario hanno intrattenuto con Milano.Similmente ad altre parlate del piacentino e delle province vicine quali il pavese, piemontese e ligure, è un dialetto transitorio tra le lingue emiliano-romagnola, lombarda e ligure, avendo caratteristiche proprie di entrambe.Il primo a codificare il dialetto bobbiese fu Bernardino Biondelli, nel Saggio sui dialetti Gallo-Italici pubblicato nel 1853. Il Biondelli lo pone nei dialetti emiliani e nel gruppo "Parmigiano", che secondo la sua catalogazione comprende il Parmigiano, il Piacentino, il Bobbiese, il Borgotarese, il Bronese, il Valenzano ed il Pavese. [1]Insieme al dialetto pavese occupa un ruolo centrale nell'ambito delle parlate gallo-italiche, confinando direttamente con tutti i quattro gruppi in cui esse si usano dividere ed essendo nel cuore delle quattro province.È nato dal latino volgare innestatosi sulla precedente lingua celtica parlata dai Galli che popolavano parte del Nord Italia. Come gli altri dialetti gallo-italici, nella storia ha subíto diverse influenze, tra cui quella longobarda (la cittadina fu sede di un feudo longobardo nel Medioevo). In epoche più recenti è stato influenzato dal francese e dal toscano. Ad esempio tramite il francese è stato introdotto il vocabolo gudron e successivamente catràm dal toscano, entrambi col significato di catrame.
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