venerdì 29 luglio 2011

SULLE ORME DI ANNIBALE....LA BATTAGLIA DEL TREBBIA

La battaglia del Trebbia avvenuta il 18 dicembre del 218 a.C. durante la seconda guerra punica, è stato il secondo scontro ingaggiato al di qua delle Alpi fra le legioni romane del console Tiberio Sempronio Longo e quelle cartaginesi guidate da ANNIBALE.La battaglia del Ticino era terminata poche settimane prima con esito disastroso per le legioni di PUBLIO CORNELIO SCIPIONE. I romani erano stati respinti e si erano ritirati verso la colonia di Piacenza per riorganizzarsi. Ma non era possibile resistere ancora a lungo e SCIPIONE, ferito, aveva portato le sue truppe in luoghi collinosi dove la cavalleria numidica e gli elefanti di Annibale avrebbero avuto maggiori difficoltà.Per sua fortuna gli uomini di Annibale si attardarono a perlustrare il campo abbandonato e le legioni di Scipione poterono attraversare il fiume e distruggere il ponte di barche rallentando ulteriormente l'inseguimento dei cartaginesi. Scipione riuscì a costruire un campo fortificato dove, mentre attendeva l'arrivo delle legioni del collega Tiberio Sempronio Longo lasciava riposare le sue truppe.
La dilatazione dei tempi consentì alle legioni consolari guidate da Tiberio Sempronio di ricongiungersi alle forze di Scipione. A Sempronio era stato ordinato di portare la guerra in Africa ed era in Sicilia con le sue due legioni per preparare lo sbarco quando giunse da Roma l'ordine di portarsi velocemente in Gallia Cisalpina per contrastare Annibale. Le legioni di Sempronio in 40 giorni (non si sa se marciando o, come narra Livio, risalendo l'Adriatico per mare) erano giunte prima a Rimini e poi al campo di Scipione.Per Annibale si pose il problema dei rifornimenti di viveri in quanto gli alleati Galli non erano poi così generosi verso l'esercito punico. La soluzione arrivò con l'"acquisto" di CLASTIDIUM (ODIERNA CASTEGGIO), la fortezza-dispensa dove i romani tenevano grandi riserve di viveri. Tito Livio, lo storico del I secolo attribuisce al prefetto del presidio, il brindisino Dasio, la cessione della borgata per la somma, nemmeno eccezionale, di quattrocento nummi aurei.
A suo vantaggio aveva la defezione dei Celti che, come ci informa Polibio, dopo la sconfitta di Publio al Ticino,
« ...constatando che le prospettive dei Cartaginesi erano più brillanti, dopo aver tramato tra loro stavano in attesa dell'occasione favorevole per un assalto, ciascuno restando nella propria tenda. Quando gli uomini del campo ebbero mangiato e si furono addormentati, essi, lasciata passare la maggior parte della notte, verso la veglia del mattino assalirono armati i Romani che erano accampati nelle vicinanze. E molti ne uccisero, non pochi ne ferirono; infine, tagliate le teste ai morti, andarono a rifugiarsi presso i Cartaginesi: erano circa duemila fanti e poco meno di duecento cavalieri. »

mercoledì 27 luglio 2011

2000 ANNI FA NELLE QUATTRO PROVINCE.....

2000 ANNI FA IN OLTREPO ALTA VAL TREBBIA-SCRIVIA LIGURE.....Le regioni dell'Italia augustea erano gli 11 territori in cui fu divisa la penisola italica da Augusto all'incirca nel 7 d.C.Con l'avvento dell'impero ci fu un tentativo di riorganizzare le città della penisola in base a CRITERI ETNICI, LINGUISTICI nonché GEOGRAFICI, probabilmente a causa del fallimento del precedente sistema organizzativo in tribù territoriali.
REGIO IX LIGURIA....Il territorio comprendeva tutta l'attuale riviera ligure da Nicaea (Nizza) fino alla foce del fiume Macra (Magra). All'estremità occidentale si estendeva dalla costa nell'entroterra solo per pochi chilometri, costituendo una lingua di terra dalla foce del fiume Varus presso Nizza a Albintimilium (Ventimiglia), incuneandosi tra la provincia delle Alpes Maritimae e il Sinus Ligusticus (Mar Ligure). A Ventimiglia il confine risaliva poi verso nord fino alla provincia delle Alpes Cottiae e alla Regio XI Transpadana secondo il confine stabilito dal Po (allora Padus). Presso la confluenza del Tanaro (Tanarus) nel Po il confine tornava a sud in direzione sud-est (Regio VIII Aemilia) includendo la valle del Trebbia fino a seguire poi verso est lo spartiacque del Mar Ligure a Tigullia giungendo alla foce del Magra (Macra) presso Luna (Regio VII).
CITTA'PRINCIPALI.....Alba Pompeia (Alba)Albintimilium (Ventimiglia)Albingaunum (Albenga)Augusta Bagiennorum (Bene Vagienna)Derthona (Tortona)Genua (Genova)Hasta (Asti)Iria (Voghera)Clastidium(Casteg​gio)LibarnaMonilia (Moneglia)Portus Delphini (Portofino)Portus Veneris (Porto Venere)Segesta (Sestri Levante)Vada Sabatia (Vado Ligure)Spedia (La Spezia).

 Con l'avvento dell'impero ci fu un tentativo di riorganizzare le città della penisola in base a CRITERI ETNICI, LINGUISTICI nonché GEOGRAFICI, probabilmente a causa del fallimento del precedente sistema organizzativo in tribù territoriali.....................

martedì 26 luglio 2011

VERSO MEDIOLANUM.....LA BATTAGLIA DI CLASTIDIUM

La Battaglia di Clastidium (oggi Casteggio, nell'Oltrepò Pavese) ebbe luogo nel 222 a.C., probabilmente il 1° marzo, tra i Romani e Galli Insubri.Antefatto della battaglia fu l'attacco portato dai Romani, comandati dal console Marco Claudio Marcello, agli Insubri, che tre anni prima avevano condotto una pericolosissima offensiva contro gli stessi Romani, fermata a Talamone con una delle battaglie che, per le forze in campo, fu considerata tra le maggiori dell'antichità. I Romani, respinte le proposte di pace degli Insubri, assediavano Acerrae, località tra il Po e le Alpi tradizionalmente identificata con Pizzighettone, tra Cremona e Lodi.Per alleggerire la situazione di Acerrae cui non riuscivano a venire in aiuto (i Romani avevano occupato tutte le posizioni strategiche attorno alla città), gli Insubri, rafforzati da circa trentamila mercenari della valle del Rodano detti gesati, tentarono una diversione su Clastidium. Essa era allora un'importante località degli Anamari (o Marici), popolazione ligure che, probabilmente per timore dei vicini Insubri bellicosi, già l'anno prima avevano accettato l'alleanza con Roma.Saputa la notizia i Romani, non abbandonando come sperato dagli Insubri l'assedio di Acerrae, inviarono la cavalleria con parte dei fanti a soccorrere gli alleati. Non è chiaro se Clastidium fosse allora caduta (come sembra indicare Plutarco), o ancora resistesse, come con più verosimiglianza indica Polibio. Comunque gli Insubri, lasciata Clastidium, avanzarono contro il nemico, ma furono attaccati dalla cavalleria romana con grande impeto. Dopo una certa resistenza, attaccati anche alle spalle e alle ali dai Romani, dovettero ritirarsi disordinatamente, e furono spinti verso un fiume (il Po oppure forse, come vuole il Baratta, un piccolo corso d'acqua locale, la Coppa), dove in gran numero trovarono la morte. Gli altri furono invece uccisi dai Romani. Lo stesso console Marcello, riconosciuto il re nemico Virdumaro dalle ricche vesti, lo attaccò uccidendolo di persona.La distruzione dell'esercito degli Insubri spianò ai Romani la strada di Milano, capitale nemica, che fu conquistata dopo breve assedio. La battaglia di Clastidium, che fu quindi il preludio della prima unificazione italiana, divenne tra le più celebri della storia romana.La nota epica dello scontro diretto tra i comandanti fece sì che Marcello, che consacrò le spolia opima (ricche vesti) di Virdumaro a Giove Feretrio, divenisse protagonista di una delle più antiche opere della letteratura latina, la fabula praetexta di Nevio, intitolata appunto Clastidium.Marcello ebbe l'onore del trionfo, che viene ricordato nei Fasti trionfali capitolini con le seguenti parole:"
M. CLAUDIUS M. F. M. N. MARCELLUS AN. DXXXI
COS. DE GALLEIS INSUBRIBUS ET GERMAN
K. MART. ISQUE SPOLIA OPIMA RETTULIT
REGE HOSTIUM VIRDUMARO AD CLASTIDIUM
INTERFECTO".
La battaglia di Clastidium è descritta nei particolari da Polibio (II, 34, 5) e, in modo un po' più romanzato, da Plutarco (Marcellus, VI, 5).Ad essa si riferiscono Cicerone (Tusculanae, IV, 22, 49), Livio (XXIX, 25, 7 e XXIX, 11, 40), Valerio Massimo (Memorabilia, I, 1, 8), e vi alludono gli epitomatori Floro ed Eutropio.Anche Virgilio nell'Eneide ricorda (VI, 855) l'impresa di Marcello:
« Aspice, ut insignis spoliis Marcellus opimis
ingreditur uictorque uiros supereminet omnis.
Hic rem Romanam magno turbante tumultu
sistet eques, sternet Poenos Gallumque rebellem,
tertiaque arma patri suspendet capta Quirino. »

mercoledì 20 luglio 2011

QUATTRO PROVINCE....DAI LIGURI AI ROMANI

IL CONTATTO CON I ROMANI.......Nel III secolo a.C. i Liguri si scontrarono con l'espansionismo dei Romani provenienti da sud. Lo scontro tra i due popoli fu lungo e sanguinoso.Le ostilità furono aperte nel 238 a.C. da una coalizione di Liguri e di Galli Boi, ma i due popoli si trovarono ben presto in disaccordo e la campagna militare si arrestò con lo sciogliersi dell'alleanza.Durante la seconda guerra punica i Liguri fornirono soldati, esploratori e guide alle truppe di Annibale al momento di varcare gli Appennini. I liguri speravano infatti che il generale cartaginese li liberasse dal vicino romano. I Liguri parteciparono alla battaglia della Trebbia, in cui i cartaginesi ottennero la vittoria. Altri Liguri si arruolarono nell'esercito di Asdrubale quando questi calò in Italia nel 207 a.C. nel tentativo di ricongiungersi con la truppa del fratello Annibale.Nel porto di Savo (l'attuale Savona) allora capitale dei Liguri Sabazi, trovarono riparo le navi triremi della flotta cartaginese del generale Magone Barca, fratello di Annibale, destinate a tagliare le rotte commerciali romane nel mar Tirreno.I Liguri si divisero comunque tra alleati di Cartagine e alleati di Roma. Fu quando i Romani conquistarono questo territorio, con l'aiuto dei loro federati Genuates, che l'attuale regione della Liguria, corrispondente alla [[IX Regio] dell'Impero romano, la quale si estendeva dalle Alpi Marittime e Cozie, al Po, al Trebbia e al Magra, prese il nome con cui è ancora oggi chiamata.Con la definitiva sconfitta di Annibale a Zama nel 203 a.C. i Romani ripresero la campagna contro i Liguri. Questa seconda fase di scontro si concretizzò in una lunghissima campagna militare che durò dal 197 a.C. al 155 a.C. Storicamente l'inizio della campagna viene datato al 193 a.C. per iniziativa dei conciliabula (federazioni) dei Liguri, che organizzano una grande scorreria spingendosi fino alla riva destra del fiume Arno. In realtà i Romani avevano inizato alcune limitate operazioni militari lungo l'appennino già negli anni precedenti (vedi ad esempio le operazioni del console Minucio Rufo del 197 a.C. a Casteggio).Nel corso di tutta la guerra i Romani vantarono 15 trionfi e almeno una grave sconfitta. Nel 186 a.C. i Romani vennero battuti dai Liguri nella valle del Magra; nella battaglia, che avvenne in un luogo stretto e dirupato, i Romani persero circa 4000 soldati, tre insegne d'aquila della seconda legione e undici vessilli degli alleati latini. Inoltre, nello scontro rimase ucciso anche il console Quinto Marzio. Si pensa che il luogo della battaglia e della morte del console abbia dato origine al toponimo di Marciaso o a quello del Canale del marzo sul Monte Caprione nel comune di Lerici e vicino ai ruderi della città di Luni, che sarà poi fondata dai Romani. Tale monte aveva un'importanza strategica perché da esso si controllava la valle del Magra ed il mare.Nel 180 a.C. i Romani, per poter disporre della Liguria nella loro conquista della Gallia, dovettero deportare 47.000 Liguri Apuani, , confinandoli nell'area Sannitica.Nel 180 a.C. i proconsoli Romani Publio Cornelio Cetego e Marco Bebio Tanfilo inflissero una gravissima sconfitta ai Liguri (soprattutto ai Liguri Apuani,irriducibili ribelli), e ne deportarono ben 40.000 nelle regioni del Sannio (compresa tra Avellino e Benevento). A questa deportazione ne seguì un'altra di 7.000 Liguri nel corso dell'anno successivo. Questi sono stati uno dei pochi casi in cui i Romani hanno deportato popolazioni sconfitte ed in numero così elevato. Nel corso della campagna i Romani fondarono, su agglomerati preesistenti, le colonie di Lucca (180 a.C.) e di Luni (177 a.C.), originariamente concepite come avamposti militari per il controllo del territorio e come basi di rifornimento per le legioni impegnate nella guerra. Già nel 177 a.C. gli ultimi gruppi di Liguri Apuani si arresero alle forze romane, mentre la campagna militare continuava più a nord. Le ultime resistenze furono vinte nel 155 a.C. dal console Marco Claudio Marcello.Anche dopo la loro sconfitta definitiva alcuni contingenti di Liguri operarono per qualche tempo come ausiliari negli eserciti romani, combattendo nella guerra contro Giugurta e nella campagna contro i Cimbri e i Teutoni. Una legione di liguri era stanziata ad Olbia per opporsi alle incursioni dei Sardi dell'interno.Nel 6 Genova divenne il centro della IX delle regioni dell'Italia augustea.

sabato 16 luglio 2011

ORIGINI DELLE QUATTRO PROVINCE

...I LIGURI.....I Liguri (in greco Λιγυες, ovvero Ligues e in latino Ligures) erano un'antica popolazione che ha dato il suo nome all'odierna regione della Liguria, attestata intorno al 2000 a.C. nel nord dell'Italia e nella Francia meridi...onale (i due estremi tradizionali della cultura ligure vengono solitamente posti alle foci del Rodano e alle foci dell'Arno). Liguri abitavano nell'attuale Liguria, nella Toscana settentrionale, nel Piemonte, in parte della Lombardia (occidentale e meridionale) in parte dell'Emilia-Romagna (province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena), ed in parti del sud-est della Francia . Va citata anche la popolazione forse di ceppo ligure dei Corsi che popolava la Corsica e il nord-est Sardegna nel II e I millennio a.C. L'avanzare dei Celti nel Nord Italia durante il VI-V secolo a.C. e le conquiste dei Romani nel III-II secolo a.C. spinsero i Liguri ad arroccarsi in zone montane dell'Appennino e lungo le coste del Mar Ligure.Fondendosi progressivamente con elementi Indoeuropei divennero essi stessi Proto-Indoeuropei, parlanti un miscuglio delle due lingue, durante il Neolitico; Indoeuropei, parlanti un lingua ancora non specializzatasi nei vari dialetti, tra il 3000 ed il 2000 a.C.; Proto-celti, parlanti una forma arcaica di celta con influssi antico-liguri, tra il 2000 ed il 1000 a.C. ed, infine, Celti o celtizzati, con la fusione e scomparsa delle reminiscenze linguistiche liguri, dal 1000 a.C. in poi.I Romani chiamavano ‘Liguri dai capelli lunghi’ (Ligures comati) quei popoli Liguri stanziati nelle zone più montuose della Liguria e dell’Appennino tosco-emiliano. Nelle Alpi occidentali Marittime molte tribù che si manterranno a lungo ostili ai Romani continuano ancora a chiamarsi a questo mondo (Ligures capillati) al tempo di Augusto.
Conosciamo i nomi di alcune delle tribù (o pagu) in cui i Liguri si raggruppavano:Gli Ambroni, che sono nominati come una delle tribù primigenie nella battaglia di Aquae Sextiae (102 a.C.) e citati nella Vita di Mario.
Gli Apuani, che si stabilirono nelle montagne della Lunigiana (attuali province di Massa Carrara e La Spezia), della Garfagnana e della Versilia (provincia di Lucca).
I Tigulli, insediati nella Riviera di levante fino a Framura.
I Friniati, insediati all'interno, nell'Appennino, tra le attuali province di Parma (valli del Parma e dell'Enza), Reggio Emilia, Modena (una vasta zona dell'Appennino modenese è denominata "Frignano" pare proprio dal nome della tribù Ligure dei Friniati) e Pistoia.
I Veleiati, anche detti Eleati o Celeiati, insediati all'interno, sul territorio che attualmente comprende le provincie di Piacenza e Parma (centro principale in età romana: il Municipio di Velleia).
I Genuati, insediati nella zona di Genova
Gli Ilvati, abitanti originariamente nell'isola d'Elba ma poi ritiratisi nell'Appennino.
I Veituri, (suddivisi nelle sottotribù degli Utrines, Sestrines, Mentovines e dei Langenses), insediati nell'attuale ponente genovese ed in Val Polcevera, dove nel 1506 fu rinvenuta la nota Tavola Bronzea di Polcevera, redatta a Roma nel 117 a.C.
Gli Statielli, insediati nell'odierna provincia di Alessandria nel territorio di Acqui, nelle valli delle due Bormide e degli affluenti Orba e Belbo.
I Dectunini, insediati nel tortonese,nel novese e nel vogherese.
I Sabazi, insediati nel Savonese.
Gli Ingauni, insediati nel territorio di Albenga.
I Bagienni (o Vegenni) e gli Epanteri, insediati nell'alta valle del Tanaro e poi trasferitisi in val Trebbia a Bobbio (sede del pagus omonimo) sotto il municipio di Velleia (centro principale in età romana: Augusta Bagiennorum - ora Bene Vagienna).
Gli Intemeli, insediati nella Riviera di Ponente, nei pressi di Ventimiglia (Albium Intemelium).
I Levi e i Marici, insediati nella zona nell'attuale oltrepo pavese fino al fiume Po (province di Pavia e Alessandria)

venerdì 15 luglio 2011

STORIA QUATTRO PROVINCE

Come le province Basche che sono state divise per ragioni amministrative (in questo caso 2 nazioni diverse)così l'oltrepo,con tutte le terre denominate "delle 4 PROVINCE", è stato suddiviso nell'arco dei secoli,oltre alle attuali quattro amministrazioni provinciali,anche a quattro corrispondenti REGIONI diverse;PIEMONTE,LIGURIA,LOMBARDIA ed EMILIA ROMAGNA,culturalmente però, si tratta di un'area omogenea, dove per secoli la gente ha vissuto in modi simili (coltivando cereali, patate e castagne, allevando capre e mucche, costruendo villaggi di impianto caratteristico, ecc.) e si è conosciuta... e sposata più facilmente a cavallo tra le alte valli che fra queste e le corrispondenti zone di pianura. Questa unità è testimoniata soprattutto nella musica tradizionale popolare, che perciò è stata definita delle Quattro Province(OLTREPO ALTA VAL TREBBIA-SCRIVIA LIGURE). Storicamente zona di transito per commercianti eserciti,pellegrini e viaggiatori,vi passavano antiche percorrenze come la "via postumia"che collegava Genova ad Aquileia;la via Francigena che nel medioevo portava i pellegrini dalla Francia a Roma e da quì a Gerusalemme;la "via degli abati" che partiva da Bobbio,e l'antica via del sale attraverso la quale transitava il minerale allora prezioso verso la pianura padana,proveniente dalle saline liguri.
Ne delimita il confine a nord il "grande fiume PO" da ovest CORNALE in prov.di Pavia, ad est, S.NICOLO' prov.di Piacenza,dove sfociano rispettivamente lo SCRIVIA ed il TREBBIA.
Questi due corsi d'acqua lo SCRIVIA ed il TREBBIA nascono entrambi dalle pendici del monte PRELA' 1406 m.(APPENNINO LIGURE)nel comune di TORRIGLIA in provincia di Genova tracciando quindi i confini da ovest ad est e sud con la val PENTEMA e la val d'AVETO, la REGIONE che vorremmo!
Matrice comune,di questa bella ma particolare terra denominata "area delle quattro provincie",è legata nell'alto medioevo alla casata dei MALASPINA,nobile famiglia italiana di origine longobarda,che resse anche la lunigiana ed il marchesato di MASSA -CARRARA,era di parte guelfa e prese parte alle lotte dei Lombardi contro gli Hohenstaufen. Ebbe anche un'ampia e compatta signoria nella zona a nord di Genova (AREA DELLE QUATTRO PROVINCIE), nelle valli dei fiumi TREBBIA, STAFFORA,CURONE e SCRIVIA. Entrambe le signorie, quella della Lunigiana e quella a nord di Genova (detta lombarda), andarono ben presto sfaldandosi per l'adozione del diritto longobardo che prevedeva la spartizione dei beni (e anche dei feudi) tra tutti i figli maschi.I Malaspina sono una delle famiglie discese dal ceppo degli Obertenghi, il cui capostipite fu Oberto I (Otbert o Odebertus), che fu attorno alla metà del X secolo conte palatino (conte del Sacro Palazzo di Pavia e massima autorità giudiziaria nel Regno), e dal 951 Marchese di Milano e Conte di Luni e della marca da lui detta Obertenga, nella Liguria Orientale, comprendente i comitati di Milano, Genova, Tortona, Bobbio, Luni e zone limitrofe [in pratica più o meno l'attuale Lombardia più il Novarese, la Svizzera Italiana e l'Emilia con Ferrara; il Genovesato fino alla Lunigiana e alla Garfagnana e parte del Piemonte, cioè Tortona, Novi Ligure, Ovada, la Val Bormida (l'Oltregiogo), e poi si aggiunse anche Ascoli Piceno].
Questo ampio territorio andò riducendosi e spezzettandosi, sia per le divisioni ereditarie (non avendo l'istituto del maggiorascato), sia per avvecendamenti con altre famiglie (Fieschi, Spinola, Doria ed altri) e sia per la pressione dei nascenti comuni (Milano, Genova, Piacenza, Tortona, Pavia e Bobbio).
Da Oberto I, attraverso i successivi discendenti Oberto II, Oberto Opizzo I, Alberto I, Oberto Obizzo II, si giunge ad Alberto o Adalberto (morto nel 1140) detto Malaspina, capostipite della famiglia. Il figlio Obizzo I (il grande) (morto nel 1185) ebbe nel 1164 confermati i suoi feudi dall'imperatore Federico I e fu nominato vassallo imperiale: essi si componevano già dei due blocchi storici: parte della Liguria (Tigullio, Cinque Terre e Levanto sul mare, persi per acquisizioni di Genova e dei Fieschi), con la Lunigiana e la Garfagnana e la zona delle valli del Trebbia (fino a Torriglia), la Val d'Aveto (fino a Santo Stefano d'Aveto) e Staffora (Oltrepò); e in quella che allora si diceva Lombardia (Val Bormida e Oltregiogo).
Dei suoi vari discendenti nel 1220 erano viventi i soli Corrado e Opizzino, confermati dall'imperatore nei loro feudi invero alquanto ridotti per le cessioni fatte specie a Piacenza. Nel 1221 essi divisero le loro signorie: Corrado ebbe la Lunigiana a ovest del Magra e la val Trebbia in Lombardia, dando origine al ramo dello Spino Secco; Opizzino ebbe la Lunigiana a est del Magra e la valle Staffora in Lombardia, dando origine al ramo dello Spino Fiorito.
I MALASPINA,i cui appartenenti avevano il titolo di principi di S.Colombano,si frammentarono successivamente in una miriade di piccole famiglie legate alle linee dello SPINO SECCO(di Mulazzo,di Prègola etc.) e dello SPINO FIORITO(di Varzi,Fivizzano,Godiasco etc.)
Ancora oggi,la diocesi facente capo a Tortona raccoglie quasi tutto questo teritorio(esclusa una parte piacentina)!
Tra gli elementi culturali comuni di queste vallate,il più noto è quello musical-coreutico.
Il modo di cantare dei cori,influenzato dal trallallero genovese,il repertorio di musica del piffero e le danze popolari,dette appunto delle QUATTRO PROVINCE,sono preziose testimonianze di una cultura antica,miracolosamente sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Accomunano questi territori anche alcune feste popolari e riti calendariali,quali le questue(tipo di remunerazione non in denaro ma bensì in cibo e VINO!!!)per il CALENDIMAGGIO(festa per l'inizio della primavera).il Carnevale(famoso quello di Cegni fraz.di S.Margherita Staffora) e i festeggiamenti dei santi patroni.

:::OLTREPO ALTA VAL TREBBIA-SCRIVIA LIGURE............AREA DELLE QUATTRO PROVINCE..."DALLO SCRIVIA AD OVEST,AL TREBBIA AD EST......CHIUSI DAL PO A NORD.....FINO A SUD CON IL GRUPPO DELL'ANTOLA!

Movimento INTERREGIONALE ,riguardante una terra di confine,già definita zona delle"QUATTRO PROVINCE" situata tra quattro regioni (PIEMONTE, LIGURIA, EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA),per la maggior parte montuosa (APPENNINO LIGURE) che, dimenticata dalle loro amministrazioni PROVINCIALI(ALESSANDRIA,GENOVA,PIACENZA,​PAVIA) E REGIONALI,si propone la formazione di una nuova REGIONE che abbia interessi comuni!
CITTA' CAPOLUOGO  : TORTONA,TORRIGLIA,CASTEL S.GIOVANNI,VOGHERA.
SERRAVALLE SCRIVIA,BUSALLA,BOBBIO,VARZI,SANTO STEFANO D'AVETO!