sabato 19 ottobre 2019

LA BATTAGLIA DI CLASTIDIUM

La Battaglia di Clastidium (oggi Casteggio, nell'Oltrepò Pavese) ebbe luogo nel 222 a.C., probabilmente il 1° marzo, tra i Romani e Galli Insubri.Antefatto della battaglia fu l'attacco portato dai Romani, comandati dal console Marco Claudio Marcello, agli Insubri, che tre anni prima avevano condotto una pericolosissima offensiva contro gli stessi Romani, fermata a Talamone con una delle battaglie che, per le forze in campo, fu considerata tra le maggiori dell'antichità. I Romani, respinte le proposte di pace degli Insubri, assediavano Acerrae, località tra il Po e le Alpi tradizionalmente identificata con Pizzighettone, tra Cremona e Lodi.Per alleggerire la situazione di Acerrae cui non riuscivano a venire in aiuto (i Romani avevano occupato tutte le posizioni strategiche attorno alla città), gli Insubri, rafforzati da circa trentamila mercenari della valle del Rodano detti gesati, tentarono una diversione su Clastidium. Essa era allora un'importante località degli Anamari (o Marici), popolazione ligure che, probabilmente per timore dei vicini Insubri bellicosi, già l'anno prima avevano accettato l'alleanza con Roma.Saputa la notizia i Romani, non abbandonando come sperato dagli Insubri l'assedio di Acerrae, inviarono la cavalleria con parte dei fanti a soccorrere gli alleati. Non è chiaro se Clastidium fosse allora caduta (come sembra indicare Plutarco), o ancora resistesse, come con più verosimiglianza indica Polibio. Comunque gli Insubri, lasciata Clastidium, avanzarono contro il nemico, ma furono attaccati dalla cavalleria romana con grande impeto. Dopo una certa resistenza, attaccati anche alle spalle e alle ali dai Romani, dovettero ritirarsi disordinatamente, e furono spinti verso un fiume (il Po oppure forse, come vuole il Baratta, un piccolo corso d'acqua locale, la Coppa), dove in gran numero trovarono la morte. Gli altri furono invece uccisi dai Romani. Lo stesso console Marcello, riconosciuto il re nemico Virdumaro dalle ricche vesti, lo attaccò uccidendolo di persona.La distruzione dell'esercito degli Insubri spianò ai Romani la strada di Milano, capitale nemica, che fu conquistata dopo breve assedio. La battaglia di Clastidium, che fu quindi il preludio della prima unificazione italiana, divenne tra le più celebri della storia romana.La nota epica dello scontro diretto tra i comandanti fece sì che Marcello, che consacrò le spolia opima (ricche vesti) di Virdumaro a Giove Feretrio, divenisse protagonista di una delle più antiche opere della letteratura latina, la fabula praetexta di Nevio, intitolata appunto Clastidium.Marcello ebbe l'onore del trionfo, che viene ricordato nei Fasti trionfali capitolini con le seguenti parole:"
M. CLAUDIUS M. F. M. N. MARCELLUS AN. DXXXI
COS. DE GALLEIS INSUBRIBUS ET GERMAN
K. MART. ISQUE SPOLIA OPIMA RETTULIT
REGE HOSTIUM VIRDUMARO AD CLASTIDIUM
INTERFECTO".
La battaglia di Clastidium è descritta nei particolari da Polibio (II, 34, 5) e, in modo un po' più romanzato, da Plutarco (Marcellus, VI, 5).Ad essa si riferiscono Cicerone (Tusculanae, IV, 22, 49), Livio (XXIX, 25, 7 e XXIX, 11, 40), Valerio Massimo (Memorabilia, I, 1, 8), e vi alludono gli epitomatori Floro ed Eutropio.Anche Virgilio nell'Eneide ricorda (VI, 855) l'impresa di Marcello:
« Aspice, ut insignis spoliis Marcellus opimis
ingreditur uictorque uiros supereminet omnis.
Hic rem Romanam magno turbante tumultu
sistet eques, sternet Poenos Gallumque rebellem,
tertiaque arma patri suspendet capta Quirino. »
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........................BATTAGLIA DI CLASTIDIUM..............................................
La Battaglia di Clastidium (oggi Casteggio, nell'Oltrepò Pavese) ebbe luogo nel 222 a.C., probabilmente il 1° marzo, tra i Romani e Galli Insubri.Antefatto della battaglia fu l'attacco portato dai Romani, comandati dal console Marco Claudio Marcello, agli Insubri, che tre anni prima avevano condotto una pericolosissima offensiva contro gli stessi Romani, fermata a Talamone con una delle battaglie che, per le forze in campo, fu considerata tra le maggiori dell'antichità. I Romani, respinte le proposte di pace degli Insubri, assediavano Acerrae, località tra il Po e le Alpi tradizionalmente identificata con Pizzighettone, tra Cremona e Lodi.Per alleggerire la situazione di Acerrae cui non riuscivano a venire in aiuto (i Romani avevano occupato tutte le posizioni strategiche attorno alla città), gli Insubri, rafforzati da circa trentamila mercenari della valle del Rodano detti gesati, tentarono una diversione su Clastidium. Essa era allora un'importante località degli Anamari (o Marici), popolazione ligure che, probabilmente per timore dei vicini Insubri bellicosi, già l'anno prima avevano accettato l'alleanza con Roma.Saputa la notizia i Romani, non abbandonando come sperato dagli Insubri l'assedio di Acerrae, inviarono la cavalleria con parte dei fanti a soccorrere gli alleati. Non è chiaro se Clastidium fosse allora caduta (come sembra indicare Plutarco), o ancora resistesse, come con più verosimiglianza indica Polibio. Comunque gli Insubri, lasciata Clastidium, avanzarono contro il nemico, ma furono attaccati dalla cavalleria romana con grande impeto. Dopo una certa resistenza, attaccati anche alle spalle e alle ali dai Romani, dovettero ritirarsi disordinatamente, e furono spinti verso un fiume (il Po oppure forse, come vuole il Baratta, un piccolo corso d'acqua locale, la Coppa), dove in gran numero trovarono la morte. Gli altri furono invece uccisi dai Romani. Lo stesso console Marcello, riconosciuto il re nemico Virdumaro dalle ricche vesti, lo attaccò uccidendolo di persona.La distruzione dell'esercito degli Insubri spianò ai Romani la strada di Milano, capitale nemica, che fu conquistata dopo breve assedio. La battaglia di Clastidium, che fu quindi il preludio della prima unificazione italiana, divenne tra le più celebri della storia romana.La nota epica dello scontro diretto tra i comandanti fece sì che Marcello, che consacrò le spolia opima (ricche vesti) di Virdumaro a Giove Feretrio, divenisse protagonista di una delle più antiche opere della letteratura latina, la fabula praetexta di Nevio, intitolata appunto Clastidium.Marcello ebbe l'onore del trionfo, che viene ricordato nei Fasti trionfali capitolini con le seguenti parole:"
M. CLAUDIUS M. F. M. N. MARCELLUS AN. DXXXI
COS. DE GALLEIS INSUBRIBUS ET GERMAN
K. MART. ISQUE SPOLIA OPIMA RETTULIT
REGE HOSTIUM VIRDUMARO AD CLASTIDIUM
INTERFECTO".
La battaglia di Clastidium è descritta nei particolari da Polibio (II, 34, 5) e, in modo un po' più romanzato, da Plutarco (Marcellus, VI, 5).Ad essa si riferiscono Cicerone (Tusculanae, IV, 22, 49), Livio (XXIX, 25, 7 e XXIX, 11, 40), Valerio Massimo (Memorabilia, I, 1, 8), e vi alludono gli epitomatori Floro ed Eutropio.Anche Virgilio nell'Eneide ricorda (VI, 855) l'impresa di Marcello:
« Aspice, ut insignis spoliis Marcellus opimis
ingreditur uictorque uiros supereminet omnis.
Hic rem Romanam magno turbante tumultu
sistet eques, sternet Poenos Gallumque rebellem,
tertiaque arma patri suspendet capta Quirino. »..

venerdì 11 ottobre 2019

APPENNINO LIGURE SPINA DORSALE DELLE 4PROVINCE

APPENNINO LIGURE

L'APPENNINO LIGURE costituisce il tratto iniziale dell'APPENNINO SETTENTRIONALE e quindi della catena montuosa degli APPENNINI, raggiungendo il punto più alto con il monte Maggiorasca (1804 m s.l.m.) ed il Monte Lesima (1724 m s.l.m.)
Si divide in raggruppamenti tenendo in considerazione l'aspetto orografico, dei crinali contigui e delle vie di collegamento.

IL GRUPPO DEL MONTE ANTOLA comprende le vette che si trovano lungo, o prossime, le dorsali che dipartono dalla cima del monte Antola.

DORSALI
Seguendo la dorsale NORD, a cavallo tra le valli Borbera e Trebbia, le cime principali sono: il monte Carmo, il monte Alfeo, il monte Legnà, il monte Cavalmurone e il monte Chiappo.

Dal monte Chiappo la dorsale si divide in tre diverse catene:
verso NORD-OVEST, tra la val Borbera e la val Curone, si trovano il monte Ebro e il monte Giarolo;
 in direzione NORD, tra la val Curone e la valle Staffora, il monte Garave e il monte Bogleglio;
 infine verso NORD-EST il monte Lesima (che con i suoi 1724 m risulta essere la cima più elevata del gruppo) e il monte Penice.
Lungo la dorsale SUD, tra la val Trebbia e la val Brevenna, si incontrano le cime del monte Cremado, del monte Duso e del monte Prelà, lungo i cui fianchi meridionali hanno sorgente sia il fiume Trebbia sia il fiume Scrivia.
La dorsale EST, tra le valli Brevenna e Borbera, conduce alla cima del monte Buio.

Ampie zone del gruppo del monte Antola appaiono isolate e selvagge, i folti boschi di faggio e castagno che ricoprono i versanti sono popolati dalla fauna tipica dell'appennino tra la quale è ormai nuovamente presente anche il lupo, quale segnale di ritrovati equilibri naturali. Il Parco naturale regionale dell'Antola in provincia di Genova è stato istituito nel 1995.

Oggi suddivisa amministrativamente in 4PROVINCE (Genova, Alessandria, Pavia, Piacenza) e quindi in 4 REGIONI (Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna) la zona del gruppo del monte Antola era fino alla prima metà del XX secolo punto di passaggio e di scambi commerciali tra le comunità insediate nelle le valli e che oggi conservano ricordi e tradizioni comuni, in particolar modo musica e danze legate all'uso del piffero.

VIA DEL SALE
Il crinale nord vedeva il passaggio della via del sale lombarda che, partendo da Pavia e salendo dalla valle Staffora lo percorreva per scendere dal monte Antola a Torriglia e raggiungere Genova.