mercoledì 2 novembre 2011

:::DENOMINATORE COMUNE D'OLTREPO ALTA VAL TREBBIA-SCRIVIA LIGUREIL FEUDO MONASTICO DI BOBBIO

Il Feudo monastico di Bobbio o feudo monastico di San Colombano di Bobbio fu un territorio molto vasto il cui centro religioso, culturale e politico era incentrato nell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, oggi in provincia di Piacenza,nella regione culturalmente omogenea definita delle QUATTRO PROVINCE....
L'abbazia venne fondata nel 614 dal santo irlandese San Colombano, monaco, abate missionario e uomo d'azione che partendo dalla natia Irlanda evangelizzò tutta l'Europa ri-cristianizzandola dopo le invasioni barbariche pagane od ariane, fondando centinaia di abbazie, monasteri o semplici chiese tutte seguenti la sua regola dettata attorno al 591 nell'abbazia di Luxeuil in Francia denomitata poi regola dell'Ordine di San Colombano.
Il territorio si estendeva in buona parte delle attuali provincie di Alessandria, Pavia, Piacenza, Parma, Genova, La Spezia, Massa-Carrara. In più vi erano feudi sparsi sia come abbazie, priorati o semplici monasteri e celle monastiche isolate in tutta la zona del centro-nord d'Italia.
La donazione longobarda del re Agilulfo e della regina Teodolinda allo stesso San Colombano era di 4 miglia attorno al monastero, ma ben presto il territorio crebbe.
Tra il VII secolo ed il X secolo Bobbio divenne un vero e proprio feudo monastico grandissimo ed esteso, non raggruppato su di un unico latifondo, salvo la zona centrale attorno alla città ed alla Val Trebbia. Il territorio si estese subito anche all'Oltrepò, alla Val Tidone, alla Val Curone e alla Val d'Aveto in una zona unica e contigua. Ma era anche formato da terreni e piccoli feudi sparsi per tutta l'Italia settentrionale, dalle coste del Mar Ligure al Piemonte e al lago di Como, al lago di Garda, le zone del Ticino e del Po, fino all'Adriatico, con una flotta di imbarcazioni che collegavano Pavia con la Svizzera e per il Po i possedimenti sul Mincio, di Comacchio, Ferrara, Ravenna, Venezia ed Ascoli Piceno, ma anche sul mare con i porti liguri di Moneglia e Porto Venere.
Il feudo ebbe la protezione imperiale e papale e l'abate era nullius dioeceseos (Abbazia territoriale) e dal 643 l'abate ebbe anche la carica di Abate mitrato. Dopo le incursioni saracene venne difeso anche dagli Obertenghi, in esso i monaci vi avevano costruito numerosissimi monasteri sia secondo la regola colombaniana che benedettina e vi coltivavano le terre in modo intensivo, specie impiantando anche vigneti, oliveti e castagneti e costruendo mulini; inoltre vi erano numerosi allevamenti specie di pecore per l'utilizzo della pergamena per lo scriptorium, sia di Bobbio che nei vari monasteri. Inoltre si trovavano monasteri sparsi all'estero dalla Spagna fino alla Germania, in Irlanda ed in Inghilterra, collegati da numerose strade percorse da pellegrini e da monaci.
Vi furono edificati numerosi castelli e fortificazioni sul territorio a protezione anche religiosa, specie nel periodo delle invasioni musulmane.
L'abate Agilulfo iniziò la costruzione nel 883 del nuovo monastero dove si trova attualmente.
Nella metà del X secolo iniziò la prima decadenza anche per l'affievolirsi della protezione imperiale e papale e molti feudi passarono direttamente agli Obertenghi e poi ai vari rami famigliari come i Malaspina nel 1164, ma anche le vicine diocesi vescovili divenute potenti via via si impossessarono del territorio. Anche perché il potere degli abati si era affievolito ed in molte zone i religiosi e quindi anche i monaci dovevano obbeddienza primaria ai locali vescovi. Dopo il 1200 persino l'abate di Bobbio sarà sottoposto all'autorità del vescovo locale.
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