venerdì 9 dicembre 2011

ABBAZIA DI SAN COLOMBANO (BOBBIO)

La città di Bobbio e l'Abbazia di S. Colombano
La città di Bobbio sorge in un punto strategico della via che porta a Genova e in Liguria attraverso la Val Trebbia e a ciò deve, principalmente, la funzione storica di luogo d'incontro e di scambio tra popolazioni e culture diverse. La zona dispone, inoltre, di varie risorse naturali, in particolare il clima favorevole alle colture, le argille e le acque saline sulla sponda destra del fiume. Importanti ritrovamenti archeologici sul vicino Monte Groppo testimoniano la continuità degli insediamenti umani dal neolitico fino all'età del ferro, quando vi si stabilirono i Liguri (significativi reperti sono conservati al Museo Archeologico di Genova Pegli e presso l'Istituto di Geologia dell'Università di Genova). Il nome stesso di Bobbio sembra derivare dal toponimo ligure boiel, citato - nella forma latinizzata di Saltus Boielis - come nome di un torrente che scende dalle pendici di Monte Penice nella Tabula Alimentaria di Veleia. Lo stesso nome sarebbe pertinente alla stirpe gallica dei Boi che subentrarono ai Liguri nella zona tra il V e il IV secolo a.C. In seguito la vallata fu occupata dai Romani. È dunque nell'ambito della fase di colonizzazione romana, all'inizio dell'epoca imperiale, che la vera e propria città di Bobbio sembra avere avuto origine. Alla fine del IV secolo Savino, discepolo di Ambrogio, vescovo di Piacenza promosse la cristianizzazione della Val Trebbia.
Nel 614 il monaco irlandese Colombano, al termine del lungo viaggio da lui compiuto per evangelizzare l'Europa, ottenne dal re longobardo Agilulfo, grazie anche alla sollecitazione della moglie, la devota Teodolinda, l'uso del terreno della vallata e la metà dei profitti delle saline, derivanti dallo sfruttamento delle acque termali. Giunto a Bobbio fondò il primo nucleo del monastero sui ruderi dell'antica chiesa di S. Pietro, risalente all'epoca della prima cristianizzazione. Documenti attestano che intorno alla metà del IX secolo l'abate Agilulfo trasferì al piano il monastero, nell'area dove ancor oggi si trova. Il centro monastico di Bobbio in epoca carolingia ricevette notevole impulso, in particolare si deve segnalare l'importanza del suo scriptorium, che contava all'epoca ben settecento codici. Dalla fine dell'XI secolo - periodo in cui la chiesa romana era programmaticamente rivolta a favorire la pratica del viaggio a scopo religioso e sosteneva l'importanza per il cristiano della visita ai "luoghi santi", tra cui Gerusalemme era quello più carico di significati - rivestì un ruolo di particolare rilievo nel sistema delle vie di pellegrinaggio, grazie alla sua posizione dominante sul caminus Ianuae. Al XII secolo, infatti, risale la ristrutturazione della basilica agilulfiana. A tal proposito si può ricordare che nel 1910 è stata ritrovata, casualmente durante uno scavo nella zona antistante la cripta, una singolare testimonianza dell'edificio romanico: due metri sotto il livello attuale, è visibile parte di un mosaico pavimentale della prima metà del XII secolo, con le raffigurazioni dei Mesi insieme a scene bibliche tratte dal libro dei Maccabei. La basilica attuale è databile alla metà del XV secolo e ingloba il preesistente edificio. Nella cripta si trova il Sarcofago di S. Colombano, firmato e datato 1480. Alle pareti i sepolcri di S. Attala e S. Bertulfo, primi successori di S. Colombano, raffinati esempi di scultura simbolica longobarda. Da notare infine una cancellata in ferro battuto databile al XII - XIII secolo.
Nel corso del XV secolo, i monaci cedettero buona parte dei loro codici miniati alla Biblioteca Ambrosiana e a quella Vaticana. Risale intorno alla fine del '500 l'elegante loggiato rinascimentale attraverso cui si accede al museo dell'abbazia.

1 commento:

  1. LA VIA FRANCIGENA



    La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è parte di un fascio di vie che conduceva alle tre principali mete religiose cristiane dell'epoca medievale: Santiago ...de Compostela, Roma e Gerusalemme. I primi documenti d'archivio che citano l'esistenza della Via Francigena risalgono al XIII sec. e si riferiscono a un tratto di strada nel territorio di Troia in provincia di Foggia. Il percorso di un pellegrinaggio che il vescovo Sigerico nel X sec. fece da Canterbury per giungere a Roma rappresenta una delle testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi.Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell'apostolo Pietro era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questo l'Italia era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa.La Francigena non era propriamente una via ma piuttosto un fascio di vie, un sistema viario con molte alternative.Gli ostacoli naturali che i pellegrini ed i viandanti dovevano superare erano il canale della Manica, le Alpi e gli Appennini oltre che il FIUME PO .Nel tratto di Via Francigena che portava dalla Pianura padana alla Toscana, si registravano diverse varianti di percorso che sfruttavano i vari valichi risalendo la val TREBBIA e passando per BOBBIO (via degli ABATI). La VIA DEL MARE (VM) è un sentiero che collega la Pianura Padana al Mar Ligure, da Tortona a Portofino attraversando l'Appennino ligure e perpendicolare al tracciato dell'Alta via dei Monti Liguri.
    Il percorso corrisponde all'antica via del sale detta "VIA DEI MALASPINA" un antico percorso per il commercio del sale che correva in gran parte nei feudi controllati dalla famiglia Malaspina, da Varzi, verso Genova o verso Sori, Recco o Portofino.
    Il sentiero è interessato da un progetto promosso a partire dal 2009 dalle province di Pavia e di Genova, il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino, il Parco naturale regionale dell'Antola e il Parco naturale regionale di Portofino per la creazione di un percorso escursionistico tra Milano e Portofino con un asse centrale di 170 km di lunghezza (Milano, Pavia, Voghera, Varzi, monte Chiappo, Capanne di Cosola, Capanne di Carrega, monte Antola, Torriglia, monte Lavagnola, Uscio, Ruta, Pietre Strette e Portofino). Su questo asse centrale si innestano diversi raccordi e la "rete di percorsi verdi" si estende su un territorio di 11.000 km quadrati e interessa le province di Pavia, Milano, Piacenza, Alessandria e Genova. I territori interessati si estendono dalla pianura di Milano, Pavia, Piacenza e Alessandria fino alla Riviera ligure di Levante, passando per i colli dell’Oltrepò Pavese, del piacentino e dell’alessandrino e i monti e i crinali delle valli Staffora, Versa, Tidone, Curone, Borbera, Trebbia, Scrivia e Fontanabuona. La Via dei Malaspina è un percorso alternativo della Via Francigena che parte da Pavia e raggiunge Bobbio, passando per Voghera, Varzi e il Passo della Scaparia. Attraversa così l'intera Valle Staffora, in Oltrepo Pavese.

    RispondiElimina